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Navigazione Palma di Maiorca/Canarie 10/22 Nov 2019

 

In molti ci hanno chiesto un resoconto del nostro progetto #oceantrainingschool.

Eccolo, speriamo possa essere interessante e utile a quanti ogni anno solcano il Mediterraneo e l'Oceano con rotta sulle Canarie o solo immedesimarvi nella nostra avventura.

Il nostro progetto vuole portare velisti che vogliono migliorarsi e mettersi alla prova in una navigazione di ca. 12/14 gg navigando da Palma de Maiorca, Mare di Alboran, Stretto di Gibilterra, Oceano Atlantico, sino alle Canarie. Per un tot di ca 1200 nm. La nostra partenza è stata di domenica 10 novembre, con un giorno di ritardo, dovuto allo smarrimento di un bagaglio in aeroporto, fortunatamente consegnato il giorno dopo. La partenza è stata subito caratterizzata da situazione meteo impegnativa. Un grosso fronte con centro depressionario di sulle coste Inglesi di 976 hPa, con venti che seguendo la morfologia del golfo del Leone e delle coste spagnole si posizionavano da NW/WNW. Decidiamo di seguire una rotta che va da Palma de Maiorca con passaggio a Sud di Ibiza e Formentera. Dirigere a nord delle stesse, per passare da capo De la Nao, sulle coste spagnole, sarebbe significato una bolina con oltre 40 nodi e onde oltre i 4 mt...improponibile. Così abbiamo preferito prendere le onde in un primo momento al traverso per poi una volta in mare aperto al mascone di poppa di dritta. Onde alte, frangenti oltre i 4 mt ci hanno messo a dura prova, la barca era completamente chiusa, tambuccio sigillato, onde evitare che le onde che frangevano prepotenti in pozzetto allagassero la barca. Le condizioni meteo con vento oltre i 40 nodi e le condizioni del mare hanno purtroppo creato non pochi problemi di nausea, una parte dell'equipaggio era ko, così, Rocco e Giulia hanno proseguito la navigazione con randa e genoa terzarolati, alternandosi al timone e alle scotte della randa, la barca doveva navigare veloce sulle onde per non farsi prendere a calci, fino a 13 nodi abbiamo raggiunto come velocità, eppure in alcune occasioni, cascate di mare arrivavano in pozzetto, in quei momenti dovevi solo mantenere la rotta e mantenerti per non essere disarcionato dal timone, apnea per qualche secondo, tutti legati, con giubbotti autogonfiabili, ed abbigliamento tecnico indispensabile. Le onde più impegnative venivano chiamate da chi si trovava alle tastiere con conto alla rovescia, chi era al timone ormai capiva le dimensioni delle onde solo a guardare gli occhi di chi ti guardava alle spalle l'arrivo di quella massa di acqua. Grande sintonia e sincronizzazione tra noi. Abbiamo tante miglia alle spalle, e la nostra esperienza ci ha portato a navigare in condizioni difficili diverse volte. Non scorderemo mai le onde con gli “artigli”, ossia, onde alte e ripide con il ricciolo in alto pronto a frangersi addosso e dalla cui pancia dell'onda, altre piccole onde come artigli si creavano per gravità, paurose e affascinanti allo stesso tempo. Impossibile mangiare, si va avanti a crackers e mele. In nottata l'avvicinamento a Formentera. Un fronte temporalesco ci lava con acqua torrenziale le nostre cerate ed i nostri visi pieni di salsedine, lampi fin in mare, fortuna che il temporale così violento ha quasi spianato il mare, Il faro che distava poche miglia, sparisce alla vista tanta è l'acqua che viene giù, ma le raffiche proseguono sotto il diluvio. Finalmente le coste di Formentera ci regalano un po' di riparo dal vento e dal mare da NW, prendiamo un sospiro di sollievo, inseriamo il pilota automatico e ci prendiamo una pausa. Si fa rotta verso Capo Palos, il secondo capo che contraddistingue questo tratto di mare, subito dopo c'è Cartagena. In questo tratto di mare abbiamo trovato un mare incrociato fastidioso, la nostra rotta è andata verso la costa per risentire meno del vento che a largo si disponeva da ponente, quindi difficile da risalire, la notte è proseguita con incroci con mega navi durante l'attraversamento del sistema di separazione del traffico.

 
 

 

Proseguendo all'alba, doppiamo Capo de Gata, che ci aspettavamo come il più difficile da doppiare, soprannominato il Capo Horn del Mediterraneo. Forse gli erano giunte le voci che avevamo già preso schiaffoni e quindi ci ha lasciato passare tranquillamente. Puntiamo su Almerimar per una sosta tecnica per fare un po' di carburante. Da Almerimar puntiamo su Malaga, dove imbarcheremo Giuliano che ci aspetta, in questo tratto di mare una cosa ricorderemo, una fastidiosa onda incrociata, una proveniva da SW e l'altra invece da terra, l'incontro delle due si manifestava come un fungo che veniva su dal mare improvviso, creando onde anche di un paio di metri, si avanzava a rilento. Finalmente in nottata dopo Torrenueva il vento arriva da terra fino a 29 nodi, ci permette di veleggiare veloci verso Malaga.

 

 
 

Ore 04.00 del 13 nov entriamo a Malaga, accostiamo alla banchina per far salire l'amico che ci aspettava, purtroppo la Guardia Civil ci dice che lì non potevamo stare e che in tutto il porto di Malaga, enorme, non vi erano posti per il transito, gli abbiamo anche spiegato che eravamo stanchi per le condizioni meteo avverse, e che volevamo solo riposare un paio di ore, ma loro sembravano più tedeschi che spagnoli... così ci spostiamo al marina di Benalmadena a 8 nm più a sud, dove risposiamo finalmente qualche ora nelle nostre cabine. Ore 12.00 del 13 nov il tratto più snervante, vento da ponente dritto sul muso e noi con rotta su Gibilterra, provato a bordeggiare ma il vento sui 30 nodi e corrente contraria non ci hanno aiutato e allora, chiuso tutto, motore e via sottocosta. I turni si succedono serrati in 4. on-stand by- off-off e via così, fino a raggiungere alle 01.30 del 14 nov la Rocca di Gibilterra, con il suo enorme traffico di navi in movimento e alla fonda, l'AIS impazzisce con gli allarmi, la rocca suggestiva, le Colonne d'Ercole, Europa Point, che posto. Entriamo nella grande baia che accoglie navi enormi classe Panama e Super Panama, gli sfiliamo vicine immense, impressionanti, arriviamo finalmente alle 03:00 al Marina Alcaidesa, alla Linea, ormeggiamo, dormiamo. 500 nm in 85 ore media di 6 knt.

Il mattino seguente le previsioni sono confermate, purtroppo peggioreranno, decidiamo di rimanere nel marina fino a sabato mattina, impossibile uscire, in porto fino a 46 nodi, nello stretto sarebbe impensabile navigare, approfittiamo per passare la dogana, attraversare la pista di atterraggio dell'aeroporto, cosa unica e catapultarci in Inghilterra, che sensazione strana, bellissima.

 

 
 

Nel marina incontriamo Federica e Marco, Italiani che hanno deciso di fare della navigazione la loro vita, con i quali ci confrontiamo sulle problematiche delle maree, correnti e venti per l'attraversamento dello Stretto di Gibilterra. Le previsioni ci confermano che sabato mattina la situazione si andrà a tranquillizzare, così il 16 nov ci si alza alle 04:30, ci si prepara e via prua verso lo stretto, approfittando della marea favorevole, si costeggia la costa Spagnola a ca 200 mt, i segnali delle correnti sono evidente, un po' come lo stretto di Messina assistiamo al mare che ribolle e poi delle chiazze di qualche decina di metri di diametro di mare, completamente spianato, finiamo in uno di questi fenomeni e la barca si pianta... diamo un po' di gas per uscirne fuori, nulla di preoccupante. Si naviga con motore a 3-4 nodi. Si prosegue fino a Tarifa (costa spagnola), dove alle 10.00 siamo al suo traverso, il vento rinforza sempre da ponente, ma ormai siamo quasi fuori, il traffico navale è impressionante, un corteo di navi enormi che ci sfilano sulla nostra sinistra, in ingresso ed in uscita, che andranno chissà in quale parte del mondo,

 

 
 

il Marocco sembra toccarlo, e nonostante la vicinanza alle coste spagnole, i nostri telefoni agganciano la linea telefonica marocchina, che ci ripulisce il credito...ciao ciao, si spengono i cellulari e via. A bordo le comunicazioni con i familiari a casa proseguiranno con il satellitare. Purtroppo un errore di valutazione delle correnti, nell'attraversamento ci portano sotto il Capo Spartel, subito dopo Tangeri (costa marocchina), dovevamo uscire ancora più fuori, ma volevamo approfittare di un varco nel traffico navale, e lì le correnti contrarie ci hanno rallentato nuovamente. Una volta in acquee marocchine incrociamo decine di barchini di pescatori locali, che ci salutano mentre arrancano con i loro fuori bordo e prendono il largo contro corrente e onde... Incominciamo ad allontanarci dalle coste marocchine 20/30/40 fino a 50 nm, navighiamo tra tratti a vela e altri aiutati dal motore, per mantenere una buona media. In Oceano assistiamo a dei tramonti ed albe spettacolari, così come le stellate, per non parlare delle decine di meteore che impattando contro l'atmosfera, esplodono e fanno un bagliore intenso. In tutto il nostro viaggio non è mai mancata la Luna che ci ha illuminato la nostra rotta, e ci è stata di grande aiuto oltre che di compagnia. Più andiamo a largo e più ci rendiamo conto delle onde dell'Oceano, il respiro dell'oceano, così come vengono chiamate, masse enormi di acqua che passano sotto la chiglia, lente con un periodo di anche 15 sec. che ti sollevano e poi dolcemente ti fanno scendere, così fino alle Canarie. Purtroppo la meteo non è dalla nostra parte, e perturbazioni in Atlantico ci portano venti da SW, guarda caso dove siamo diretti noi... ci tocca bolinare. Vediamo arrivare i fronti, che a perdita d'occhio segnano il cielo con nubi che man mano diventano sempre più imponenti e scure, ci prepariamo ci tocca lottare ancora, il vento raggiunge e supera i 30 nodi, pioggia battente, orizzontale, ci aiutiamo indossando un maschera da sci, che ci permette di tenere gli occhi aperti. In tutta questa traversata non smetterò di sottolineare l'importanza dell'abbigliamento tecnico, assolutamente deve essere di qualità!!!

 

 
 

I groppi si succedono, altro effetto è quello delle onde, quelle grandi e docili dell'oceano rimangono sempre da NW, su queste invece si vanno a formare le onde dovute dal vento locale che soffia in quella zona, lascio a voi immaginare. I giorni si susseguono, così come i turni. A largo di El Jadida, nelle prime ore del giorno 19 nov la barca improvvisamente scende da 6 nodi a 2 nodi...illuminiamo il mare intorno a noi, purtroppo un cavo delle rete dei pescatori marocchini, fortunatamente si ferma sulla nostra deriva, senza prendere elica o timoni, immediatamente chiudiamo le vele, motore indietro tutta e cerchiamo di districarci da quel cavo posizionato a pelo d'acqua lungo centinaia e centinaia di metri, con grande tensione lo seguiamo parallelamente, lo illuminiamo con le torce, cerchiamo di uscirne, ci vorrà più di un'ora, ma finalmente ne siamo fuori. Quindi confermo che bisogna stare fuori anche 70/80 nm dalle coste marocchine, le nostre 60 nm non sono bastate a scongiurare il pericolo reti. Durante questa ora di tribolazione il nostro AIS avrà trasmesso la nostra rotta confusionaria e sicuramente dall'alto della plancia di comando della Nave MSC Poesia, che ci seguiva, la stessa era raggiungente, si sono accorti che qualcosa non andava per il verso giusto sulla nostra imbarcazione, sicuramente avranno notato le nostre torce illuminare il mare, hanno rallentato tantissimo fino a 6 nodi sono stati al nostro fianco come a controllare che tutto andasse per il meglio. Poi una volta usciti, abbiamo alzato le mani per salutarli e ringraziarli, e così hanno ripreso la loro rotta, dando motore. Un gran bel gesto di marineria. Non abbiamo comunicato via radio, ma abbiamo capito il loro gesto. In merito a questo episodio, voglio rassicurare quanti navigano su questa rotta. Il traffico navale è sempre presente, sul nostro radar abbiamo avuto sempre imbarcazioni/navi a 5/10/20 nm, incrociato tante navi, quindi in caso di bisogno qualcuno vicino c'è. Personalmente ho incontrato più traffico in Oceano Atlantico che nelle traversate verso la Croazia, dove navighi per 12 ore senza incrociare una barca. Altro episodio: eravamo indaffarati a sistemare un carrello della scotta del genoa, una barca con equipaggio francese, che ci seguiva a 5 nm, ci ha affiancato chiedendoci se tutto fosse ok e se avessimo bisogno di qualcosa, grandi gesti, che da noi sono poco usali. Finalmente la mattina del 21 nov avvistiamo terra, le Canarie si intravedono all'orizzonte, ma non poteva andare tutto liscio... il motore singhiozza, fino a fermarsi. Ok, problemi di gasolio, morchia, cambiamo il pre-filtro, spurgo, dopo una mezz'ora si riparte, ma il circuito sarà sporco, gira a singhiozzi, non è regolare, ricontrolliamo tutto, niente si prosegue a 1300 giri, oltre si sarebbe spento, vento sul muso fino a 20 nodi, arranchiamo, poi finalmente, il motore inizia a girare regolare, tiriamo un sospiro di sollievo, i telefoni riprendono i segnali, decine di messaggi che ci chiedono come va, io e Giulia per tranquillizzare tutti improvvisiamo una diretta su FB a prua con la nostra bandiera di Invelaconoi, neanche avessimo fatto il giro del mondo... ma per noi è un grande traguardo, personale e professionale e ce lo vogliamo godere tutto. Sappiamo benissimo che è una tratta che in molti fanno ormai a occhi chiusi, ma ognuno in questo progetto ha messo le sue motivazioni e lo abbiamo organizzato e studiato per 1 anno. Per noi è una grande soddisfazione averlo portato a termine. Alle 15:45 ora locale (1 ora indietro rispetto a quella Italiana) attracchiamo alla Graciosa, mettiamo i piedi a terra, un po' frastornati per le tante ore trascorse in mare, in attesa che arrivi la signora del distributore, ci beviamo una fresca birra in uno dei bar dell'isoletta. Che buona quella birra, che buona.

 

 
 

Facciamo il pieno di carburante ad € 1,04 al litro, costa meno qui in pieno Oceano, che sul continente, e qui la devono anche portare... Ci rimettiamo subito in navigazione per le ultime 150 nm fino al Porto di Pasito Blanco a sud di Gran Canarie. La pioggia non ci da tregua, anche l'ultima notte è caratterizzata da pioggia battente, eppure le Canarie sono conosciute per l'eterna primavera, che culo... La mattina finalmente ci porta il sole, il vento gira FINALMENTE da NW e la barca viaggia a 9 nodi sulle placide onde di quasi 3 mt dell'oceano, finalmente la tipica giornata che ci aspettavamo, temperatura gradevole, veto, sole e velocità. Forse l' Oceano ci ha voluto far capire che navigarlo non è mai facile, che bisogna sempre rispettarlo, mai dare le cose per scontate, ci ha voluto mettere alla prova e solo l'ultimo giorno ci ha fatto godere delle condizioni ottimali di navigzione. Alle 19:30 L.T. del 22 nov 2019 attracchiamo alle banchine del Porto Pasito Blanco, grande gioia, abbracci, sorrisi, si conclude questa avventura. Un ringraziamento particolare a Vincenzo e Giuliano che hanno fatto parte di questo fantastico equipaggio. Partiti il 10 nov da Palma di Maiorca arrivati a Gran Canaria il 22 nov. Ben più delle 1200nm preventivate, le continue boline e bordi hanno allungato di qualche centinaia di miglia la navigazione.

 

 
 

Conclusioni: Essere preparati al peggio Saper affrontare situazioni critiche (ciò significa già averne prese di schiaffoni) Non improvvisare Navigare in sicurezza con giubbotti autogonfiabili di qualità e legati, così da evitare che onde grandi o anche un appoggio dei piedi sbagliato, uno scivolone, possano sbalzarvi fuori bordo. Sistemare le jack line a centro barca. Avere ben chiaro un piano di abbandono nave e provarlo più volte Indossare capi tecnici di qualità! Stare lontani dalle coste marocchine 70/80 nm Taniche di gasolio aggiuntive per almeno 60/80 lt. Una buona cambusa che possa rinfrancare degli sforzi fatti. Non perdere mai la motivazione ed il buon umore, tenere alto l'umore. Farsi forza uno con l'altro e complimentarsi delle buone azioni fatte a bordo.

In molti hanno commentato: ma chi ve lo fa fare, siete pazzi, in oceano...

Noi rispondiamo che ognuno ha le sue motivazioni, le sue passioni, ci siamo voluti mettere in gioco, andare oltre. Abbiamo sempre avuto la situazione sotto controllo, anche nella burrasca più dura prima di Ibiza, mai perso la lucidità, mai uno sguardo di terrore, sempre il timone saldo in mano. Abbiamo sempre governato noi, il pilota automatico era per i tratti di calma, durante i groppi, i colpi di vento, i nubifragi, eravamo al timone, rispettando i turni, di giorno come di notte.

In 4 è stata dura, ma la soddisfazione è ancor più grande!

 

 
 

 

Ci sono 3 tipi di uomini e donne: i vivi, i morti e quelli che vanno per mare

Questo è il nostro progetto #oceantrainingschool di Giulia & Rocco

A voi decidere se mettervi in gioco ed andare oltre le Colonne d'Ercole, oltre...